La birra in Svizzera ha una matrice ecclesiastica e celtica, infatti è merito del monaco irlandese Gallo, poi santificato, la sua importazione in territorio elvetico nell'ormai lontano VII secolo. Nonostante questo la Svizzera è stata caratterizzata per numerosi secoli da una cultura eminentemente vitivinicola. A metà del secolo scorso però una terribile epidemia di fillossera ha distrutto gran parte delle viti, dando così via libera a un maggior consumo birrario. Questo episodio doveva rivelarsi decisivo per un cambio di abitudini alimentari, che si sono accentuate con il tempo. Un piccolo esempio in cifre: nel trentennio 1850-1880 le fabbriche di birra svizzere passano da 150 a 520 e la produzione aumenta di un quasi incredibile 666%, passando da 120.000 ettolitri a un milione. Negli anni Ottanta del secolo scorso il consumo elvetico pro capite di vino era praticamente doppio di quello birrario (70 litri a 36), mentre nel decennio appena trascorso i consumi birrari hanno avuto la meglio su quelli vinicoli (70 litri a 49). Il tipo di birra che in genere gli elvetici bevono è un prodotto a bassa fermentazione e di colore chiaro. Le birre scure infatti rappresentano meno dell'1 per cento del totale. E dire che quarant'anni fa le maltate scure avevano un'eccellente 17 per cento sul consumo totale. Parlando di birre chiare va notato che negli ultimi dieci anni le speciali, più alcoliche e in genere di maggiore qualità, hanno aumentato notevolmente la loro presenza sul mercato, passando dal 18 al 25 per cento. |